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Il massaggio non è semplicemente una tecnica, ma il riflesso di un modo di intendere la salute. Da una parte c’è l’approccio occidentale, concreto e focalizzato sull’anatomia, che tratta il corpo come una macchina da riparare. Dall’altra, la visione ayurvedica, dove il massaggio diventa un rituale per armonizzare energie e ripristinare equilibri profondi.

La differenza si coglie già dalle prime manipolazioni:

  • Pressioni precise e mirate contro movimenti fluidi e circolari
  • Tempi standardizzati contro sessioni su misura
  • Oli neutri rispetto a preparati medicati

Due mondi che partono da presupposti diversi, ma che condividono un obiettivo comune: migliorare la qualità della vita attraverso il contatto consapevole.

Radici storiche e basi filosofiche

L’ayurveda, medicina tradizionale indiana vecchia di 5.000 anni, considera il massaggio uno strumento per riequilibrare i dosha (Vata, Pitta, Kapha). Non si tratta solo di manipolazione, ma di un vero atto terapeutico inserito in un sistema che lega corpo, mente e ambiente.

Il massaggio occidentale, invece, nasce dall’anatomia moderna e dalla riabilitazione fisica. Le sue radici affondano nelle tecniche svedesi dell’Ottocento, poi sviluppate in approcci come:

  • Massaggio sportivo (recupero muscolare)
  • Linfodrenaggio (drenaggio dei fluidi)
  • Trigger point (punti di tensione)

Mentre l’ayurvedico agisce su flussi energetici, quello tradizionale lavora su strutture fisiche.

I concetti chiave dell’ayurveda

Per comprendere davvero il massaggio ayurvedico, è essenziale familiarizzare con alcuni termini fondamentali:

  • DOSHA
    • Vata (aria/spazio): governa il movimento
    • Pitta (fuoco/acqua): regola metabolismo e digestione
    • Kapha (terra/acqua): controlla struttura e lubrificazione
      Ogni persona ha una combinazione unica che determina costituzione fisica e tendenze emotive
  • MARMA POINT
    107 punti vitali dove:
    • Si concentra l’energia vitale (prana)
    • Si incontrano tessuti muscolari, vene, articolazioni
      Simili ai meridiani cinesi, ma con mappatura differente
  • TAILAM
    Oli medicati preparati con:
    • Base di sesamo/cocco
    • Erbe specifiche per ogni dosha
    • Processo di infusione che può richiedere settimane

Tecniche a confronto: gesti e rituali

Un massaggiatore occidentale segue protocolli precisi:
✔ Sfioramenti per riscaldare i tessuti
✔ Impastamenti profondi sui muscoli
✔ Percussioni per attivare la circolazione

L’operatore ayurvedico, invece:
▪ Usa oli caldi medicati (tailam) scelti in base al dosha
▪ Lavora sui marma point (punti energetici)
▪ Alterna manipolazioni lente a scorrimenti ritmici

La durata varia radicalmente:

  • Occidentale: 50-60 minuti (tempi fissi)
  • Ayurvedico: da 45 minuti a 2 ore (personalizzato)

Benefici distintivi: quando scegliere cosa

Massaggio occidentaleMassaggio ayurvedico
✔ Scioglie contratture immediate✔ Riequilibra energia vitale (prana)
✔ Migliora mobilità articolare✔ Disintossica attraverso la pelle
✔ Ideale post-allenamento✔ Contrasta stress cronico

Per chi è adatto?

  • Tradizionale: sportivi, chi ha dolori localizzati, bisogno di relax fisico
  • Ayurvedico: chi cerca un riequilibrio generale, soffre di insonnia o digestione lenta

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